È impossibile stimare quanto tempo abbia trascorso Cochi Ponzoni tra bar, locali e ristoranti. Ma è sicuramente superiore alla media. Anche per motivi di lavoro, intendiamoci. “Io e Renato iniziammo a guadagnare qualcosa grazie al giornalista Pinin Mantegazza, proprietario di galleria d’arte aperta solo di notte frequentata da artisti di come Lucio Fontana e Piero Manzoni e, in un secondo tempo, anche del Cab 64, un sottoscala di un bar non lontano dalla galleria dove proponevamo filastrocche, canzoncine, monologhi e siparietti dalla comicità assurda”, ricorda a MixerPlanet Cochi Ponzoni. Che insieme a Renato Pozzetto sarà tra protagonisti del nuovo Rischiatutto, rivisitazione in chiave moderna dello storico programma che ritorna su Rai3 con la conduzione di Fabio Fazio e del Signor No da giovedì 27 ottobre per nove prime serate.
Lei è spesso impegnato in tournée. Per mantenersi in forma segue una dieta?
No, mi limito a evitare i cibi pesanti di sera. Detto questo, ammetto che dopo lo spettacolo amo cenare al ristorante con i colleghi. Buongustaio, prediligo la cucina semplice con materie prime di qualità e grazie a Renato, che oltre a essere un bravo cuoco è una sorta di guida vivente, ho visitato molti dei migliori locali d’Italia.
Che cosa non tollera al ristorante?
Il rumore. Il baccano mi ubriaca e infastidisce. Purtroppo è un limite di molti ristoranti. Ed è il motivo per cui ho smesso di cenare fuor casa il sabato sera.
Che tipo di cucina predilige?
In primis, quella milanese. Ma sono un palato curioso e mi piacciono anche le cucine etniche: dall’indiana alla cinese.
I suoi ristoranti del cuore a Milano?
Sono cliente affezionato e fedele dell’Altra Isola, un ristorante di cucina milanese che propone piatti come cassoeula, cotoletta alla milanese, ossobuco e risotto alla milanese. Per quanto riguarda la cucina etnica, frequento spesso il Chef J, un ristorante cinese manciuriano in via Farini, e l’indiano cingalese Indo Ceylon, in via Resegone.