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News di settore - da Indexfood.it

Liolà Caffè: Dubai chiama, Conegliano risponde

Non capita tutti i giorni di avere una idea nel settore caffè, di brevettarla, di crearci sopra una startup innovativa, di essere invitati a decine di fiere anche di livello internazionale, diventando al contempo fornitori di alcuni tra i più rinomati ristoranti e hotel del mondo, ed essendo invitati come relatori presso le più importanti università per presentare la propria case history. E soprattutto non capita spesso di fare tutto questo nel giro di pochi mesi.

Francesco Donati
Francesco Donati

Ma è ciò che è capitato a Francesco Donati e – come ama puntualizzare lui stesso – “non è capitato per caso: è frutto di duri sacrifici e molto impegno, della costanza di chi crede nel proprio sogno e lavora sodo affinché si realizzi, contro ogni avversità”. Titolare della Liolà Caffè, con i suoi speciali caffè alle vinacce Francesco Donati è riuscito ad arrivare laddove nessuno immaginava. L’ultimo invito, degno coronamento di un percorso in salita, è la chiamata giunta direttamente da Dubai, tempio del lusso internazionale per eccellenza.

I prossimi 4-5 marzo, a margine della famosa fiera internazionale Gulfood, si svolgerà il Dine Exhibition and Conference, un evento dedicato all’innovazione della ristorazione, con i più importanti relatori da tutto il mondo, per un pubblico di eccezione. Gli organizzatori della fiera hanno voluto estendere un invito speciale a Francesco Donati, unico italiano invitato all’evento.

Francesco Donati, cosa significa per lei e per Liolà essere presenti ad un così importante evento internazionale?
Significa che siamo sulla strada giusta. Liolà è un progetto nato dall’intuizione, ma si basa su una precisa analisi di mercato che ha individuato nel settore lusso una mancanza proprio in merito al caffè, rilevando una nicchia scoperta molto interessante per il caffè di alta gamma. Ma i riconoscimenti del mercato non arrivano mai presto, e soprattutto non bisogna mai sedersi sui successi via via conquistati. E’ molto dura raggiungere i propri obiettivi, per questo non bisogna mai mollare, come dico sempre ai ragazzi quando faccio i corsi.

img-20151025-wa0074lunedì 27 febbraio 2017/Author: MIXERPLANET/Number of views (5326)/Comments (0)/

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Birra Collesi, lo spot on air su Rai 1 e Rai Sport

Dopo essersi attestato come il primo birrificio artigianale a comunicare sui grandi network nazionali, Collesi prosegue con la sua campagna televisiva e approda ai canali del servizio pubblico: la Rai.

Da domenica 26 a venerdì 31 marzo lo spot andrà in onda su Rai Uno in un segmento del palinsesto fra i più importanti: birra Collesi inviterà alla visione del nuovo programma di Amadeus “Chissà che fa”, dopo il tg delle 20, e ne saluterà il pubblico in chiusura della trasmissione, alle 21.20. Oltre che sulla rete ammiraglia, Collesi approderà anche sul canale tematico Rai Sport. Da domenica 2 a sabato 15 aprile, anticipando di poco le festività pasquali, lo spot ruoterà non solo in prime time ma in tutte le fasce orarie, dal mattino a sera inoltrata.

Lo scorso Natale il birrificio aveva fatto il bis con la campagna su La7 dopo l’esordio del 2015, entrando anche in oltre 300 sale cinematografiche italiane del circuito Uci Cinemas. Ed oggi Giuseppe Collesi, presidente e fondatore dell’azienda, fa un primo bilancio: «Siamo convinti che il mezzo televisivo abbia un ruolo strategico e i risultati lo stanno dimostrando da quando abbiamo intrapreso questa scelta.

Entrare nelle case degli spettatori per parlare di alta artigianalità made in Italy, per un prodotto di largo consumo come la birra, è una scelta di successo in una fase in cui il consumatore è sempre più attento alla qualità anche nelle sue decisioni di acquisto quotidiane. Non per nulla, parallelamente alla comunicazione, abbiamo potenziato anche la nostra distribuzione nella GDO (dove siamo partner dei gruppi Finiper, Unes, Auchan ed oggi anche Esselunga) oltre ad essere presenti in un circuito di ottime enoteche, negozi specializzati e nella ristorazione».

Lo spot – Ideato da Omnia comunicazione, che ne ha curato anche la realizzazione, lo spot Collesi ha l’obiettivo di rafforzare il posizionamento del brand come sinonimo d’eccellenza, per l’alta qualità delle materie prime, la cura artigianale della lavorazione e il rispetto della tradizione. Il video sposa la filosofia della sintesi ad alto impatto emozionale: una breve ma intensa “rivelazione” del prodotto e dell’esperienza sensoriale che lo accompagna. L’idea creativa si basa su una metafora che gioca con l’inganno percettivo: un candido drappo di seta sembra nascondere un profilo femminile ma solo all’ultimo, quando viene rimosso, svela la forma elegante e sinuosa della classica bottiglia Collesi.

Grazie a una raffinata combinazione di musica e fotografia, lo spot instaura un parallelo con il mondo della moda e del lusso, raccontando le birre Collesi come capolavori della creatività artigianale italiana. Da qui il secondo livello di lettura che, nel gesto dello svelare (inteso letteralmente come “togliere il velo”) suggerisce la presentazione di un’opera d’arte o dell’ultimo modello di un motore fuoriclasse.

In chiusura, il claim “Birra Collesi. L’artigianale italiana” dichiara non solo l’identità di una birra prodotta seguendo i dettami della migliore tradizione made in Italy, ma soprattutto la denominazione “artigianale” come alto valore aggiunto. Quel valore che lo stesso Giuseppe Collesi, presidente e fondatore del birrificio, si è personalmente impegnato a far riconoscere e tutelare da una legge approvata dal Parlamento lo scorso 6 luglio (con il Collegato Agricoltura contenuto nel DDL S 1328-B).

L’azienda – Con oltre 60 medaglie in meno di dieci anni (15 podii solo nel 2016), il birrificio appartiene a quei rari casi nati da un’azienda agricola a ciclo completo, Tenute Collesi, a 700 metri sul livello del mare. Qui l’alta quota e il clima favoriscono

lunedì 27 febbraio 2017/Author: MIXERPLANET/Number of views (4001)/Comments (0)/
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“Centomani di questa terra”: evento per le eccellenze d’Emilia Romagna

Anche in questo 2017 non mancherà il tradizionale “Centomani di questa terra”, la festa dei Soci e degli amici di CheftoChef emiliaromagnacuochi, in programma lunedì 3 aprile dalle 10 alle 19 a Polesine Zibello (PR), all’Antica Corte Pallavicina dei Fratelli Spigaroli. Un’intera giornata di aggiornamento e di aggregazione che permette di riunire i 50 migliori chef dell’Emilia Romagna e i 50 produttori delle eccellenze enogastronomiche che questa regione è in grado di esprimere, i gourmet, gli esperti del settore agroalimentare e naturalmente i giovani talenti. Rinnovata la formula dell’evento, che affiancherà alla parte espositiva con tutti i produttori soci presenti, laboratori aperti con cooking show in cui 3 chef alla volta si metteranno al lavoro sul Parmigiano Reggiano di Montagna, numerosi interventi sotto forma di keynote speech per fornire spunti di riflessione in diversi ambiti gastronomici.

Il tema portante dell’edizione di quest’anno sarà “La sfida glocal: saperi tradizionali e competenze competitive per costruire nuove opportunità”, pertanto saranno ospitati cinque approfondimenti che, partendo dall’esperienza di cinque ambiti diversi – ricerca, storia, turismo, sociale, impresa -, risponderanno al quesito (che darà anche il titolo al forum) “E se fossero le province a essere la leva per la crescita internazionale?”. Il filo rosso che connette tutte le relazioni del forum è, quindi, il concetto di glocalismo, introdotto dagli studi di Roland Robertson e Zygmunt Bauman per indicare i fenomeni derivanti dall’impatto della globalizzazione sulle realtà locali e viceversa. Se il glocalismo è l’orientamento di chi opera per la tutela e la valorizzazione dell’identità culturale, all’interno dell’orizzonte della globalizzazione, risulta fondamentale inserire nel dibattito le province e tutte quelle piccole realtà locali da cui prendono vita grandi iniziative internazionali.

A seguito del forum si terrà il talk show “Sapere, saper Fare e fare” dedicato al mondo della formazione professionale. Il talk show ha l’obiettivo mettere a confronto e misurare esperienze e buone prassi attuate nei sistemi d’istruzione e di formazione professionale. Durante il talk show sarà presentato anche il progetto Concorso Studente Chef to Chef 2017.

CheftoChef emiliaromagnacuochi è l’associazione che riunisce i cinquanta migliori chef, le cinquanta aziende compresi i più importanti Consorzi dei prodotti tipici e i gourmet di riferimento dell’Emilia Romagna. Presidente dell’Associazione, unica nel suo genere, è Massimo Spigaroli, vicepresidenti Massimo Bottura e Paolo Teverini, presidente onorario Igles Corelli.

L’evento è aperto al pubblico e la partecipazione è gratuita. Per informazioni centomani@cheftochef.eu.

lunedì 27 febbraio 2017/Author: MIXERPLANET/Number of views (5282)/Comments (0)/
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La pizza? Costa meno in pizzeria. Soprattutto a Napoli

Quanto costa realizzare la pizza a casa? Conviene davvero? Secondo un’elaborazione realizzata da Napoli Pizza Village, una tra le feste popolari più grandi d’Europa, che per il settimo anno consecutivo riunisce dal 17 al 25 giugno, sul Lungomare Caracciolo di Napoli, tradizione, cultura e una dose di amore per il buon cibo, ne emerge che in Italia è più conveniente uscire a mangiare una buona pizza. Infatti, il prezzo medio di una pizza realizzata in casa è di circa 8.73 euro (escluse le bevande) se si considera il tempo impiegato per realizzare e far riposare l’impasto (circa 4 ore), l’acqua, la corrente elettrica e le materie prime utilizzate.

Il prezzo medio di un menù base con una Margherita e una bevanda è di circa 9.22 euro nella maggior parte delle città italiane considerate. Si discostano dalla media soltanto Napoli con il prezzo più basso di 6.73 euro, seguita da Palermo con 7.53 euro, Vercelli con 7.69 euro e Cagliari con 7.75 euro. Fanalino di coda la città di Varese, dove per gustare una pizza si spende fino a 11.58 euro.

Osservando la classifica, le prime 20 province con il prezzo più basso si trovano al centro nord Italia: Livorno si classifica quinta con 8.04 euro, seguita da Rovigo con 8.09 euro, Belluno con 8.15 euro, Brescia con 8.23 euro, Alessandria con 8.27 euro, Ascoli Piceno con 8.34 euro, Udine 8.42 euro, Verona con 8.61 euro e Rimini con 8.84 euro. Il business della pizza, con 183mila pizzerie, oltre a far lavorare circa 1 milione di persone, crea un indotto economico alla filiera coinvolta: produttori di farina, olio, pomodoro, lievito ecc. pari a oltre 10 miliardi di euro equivalenti al doppio del PIL del Giappone, la terza potenza al mondo.

Dove mangiare una buona pizza napoletana? Ormai è possibile trovarla in ogni angolo del mondo, ma l’esperienza unica di poter degustare le migliori pizze in assoluto, in riva al mare e alla luce della luna si può provare solo ed esclusivamente al Napoli Pizza Village. 30mila mq mozzafiato conditi da grandi eventi live e concerti, laboratori e cooking class.

Nel dettaglio, la ricetta della pizza napoletana STG (certificata dalla Gazzetta Ufficiale nel 2010) prevede, per quattro persone:
· 1lt di acqua potabile
· 20gr di sale marino
· 3gr di lievito di birra
· 1800gr di farina di grano tenero
· 400ml di pomodori pelati e/o pomodorini freschi
· 400gr di mozzarella di bufala campana DOP o mozzarella STG
· 8-12 foglie di basilico fresco
· q.b. olio extravergine di oliva e sale da cucina

Una buona pizza napoletana è circolare con un diametro massimo di 35 centimetri e un bordo alto al massimo 1-2cm, deve essere elastica e morbida, in modo da poter essere piegata senza difficoltà “a portafoglio”. La cottura dovrebbe essere eseguita in forno a legna, ma naturalmente a casa dovrà essere realizzata, se possibile, con forno ventilato.

lunedì 27 febbraio 2017/Author: MIXERPLANET/Number of views (4058)/Comments (0)/
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La Festa delle Donne del Vino, appuntamento il 4 marzo in 12 regioni

L’appuntamento è fissato per sabato 4 marzo, giorno in cui si terrà la Festa delle Donne del Vino 2017. Un evento diffuso che si realizzerà in 12 regioni d’Italia e in decine di cantine, ristoranti, enoteche, musei, dove Le Donne del Vino saranno protagoniste e aspetteranno i winelover e soprattutto le winelover per brindare, proponendo un pomeriggio pieno di esperienze e assaggi.

L’evento in programma nel pomeriggio del 4 marzo (ma c’è già chi inizia al mattino), sviluppa il tema nazionale “Donne, vino e motori”. È una sfida ai luoghi comuni e a chi ancora crede che le donne siano poco adatte ad attività legate alla meccanica oppure al vino. Insomma, un modo elegante, ma trasgressivo per mettere in evidenza tante professioniste bravissime riunite nell’associazione nazionale Le Donne del vino che coordina la comunicazione.

L’elenco delle iniziative dimostra la creatività femminile. Non per altro le aziende del vino dirette dalle donne sono già come l’intero comparto enologico vorrebbe essere: con una formazione universitaria, indirizzate su vini doc-docg, capaci di esportare una quota maggioritaria del vino, diversificate e attente all’ambiente.

Per informazioni: www.festadonnedelvino.it e www.ledonnedelvino.it

lunedì 27 febbraio 2017/Author: MIXERPLANET/Number of views (3855)/Comments (0)/
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