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Published on martedì 12 settembre 2017

Gestione del rischio in agricoltura, CAI prudente con l’UE

Gestione del rischio in agricoltura, CAI prudente con l’UE
IndexFood.

Dalla Bernardina: SI al dialogo, NO azioni penalizzanti per l’Italia

 

“Dalla volatilità dei prezzi di mercato ai cambiamenti climatici, l’Unione europea è chiamata con la prossima Pac ad adattare gli strumenti di gestione del rischio secondo le nuove emergenze. La riflessione che si è avviata nei giorni scorsi a Tallinn fra i ministri agricoltura dell’Ue è senza dubbio positiva e la Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani auspica che si possa definire un nuovo modello di intervento”. È il messaggio di Gianni Dalla Bernardina, presidente della Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani (Cai), alla vigilia di un altro incontro significativo come il G7 dell’Agricoltura, che si terrà a Bergamo il 14 e 15 ottobre prossimi, sotto la presidenza italiana. “Siamo convinti che in un contesto globalizzato si debbano ormai individuare linee guida il più possibile condivise su scala mondiale – prosegue Dalla Bernardina – in modo da favorire la diffusione di innovazioni e nuove tecnologie, l’adozione di misure di sostegno tanto alle imprese agricole familiari quanto a quelle di più ampie proporzioni, la condivisione di strumenti di tutela della biodiversità e di contrasto all’antibiotico-resilienza. I temi della sicurezza alimentare sono quanto mai attuali”.

Avviare un dialogo sulla Pac. Secondo Cai il dialogo sulla Pac e sugli strumenti in grado di influire sul futuro dell’agricoltura (pagamenti diretti, misure di mercato, strumenti di gestione del rischio, ruolo dello sviluppo rurale) dovrà risolvere prioritariamente l’incertezza pressoché totale sulla entità delle risorse finanziarie sulle quali il sistema agricolo europeo potrà ancora fare affidamento dopo il 2020. “Invitiamo il ministro Martina e i ministri agricoli dell’Ue a valutare con molta attenzione la possibilità di introdurre il co-finanziamento nazionale anche nell’ambito del primo pilastro della Pac e fare in modo che i pagamenti diretti siano erogati anche con risorse nazionali – suggerisce Dalla Bernardina -. Il rischio di un arretramento delle politiche agricole e di una sperequazione profonda sarebbe molto elevato, a parere di Cai“.

La gestione del rischio. Anche sui temi del “risk management”, Cai invita a riflessioni prudenti sulle conseguenze che l’adozione di misure non adeguatamente approfondite potrebbero comportare. “Intanto, bisognerebbe riflettere sullo scarso successo che tali strumenti di gestione del rischio hanno registrato nell’attuale Pac – ammonisce il vicepresidente di Cai, Sandro Cappellini -. Solo 12 Stati membri hanno attivato gli strumenti previsti nella politica di Sviluppo rurale, come assicurazioni delle produzioni, fondi mutualistici e dispositivo per la stabilizzazione del reddito e non tutti l’hanno fatto con la stessa intensità. Infatti, sui 2,2 miliardi di euro di spesa programmata nel settennio, 1,6 riguardano l’Italia che, oggettivamente, è il Paese dove la cultura della gestione del rischio è più avanzata, fatta eccezione della Spagna che però finanzia tali interventi pressoché totalmente con risorse nazionali e non con il Psr”.

Inoltre, osserva Cappellini, “l’Italia si è distinta per gli ingiustificabili ritardi nei pagamenti dei contributi, visto che gli aiuti del 2015 agli agricoltori sono stati versati solo in parte, e l’eccessiva complessità e burocratizzazione delle procedure messe in atto”. Non ultima, l’incognita di dove saranno reperiti i fondi pubblici per intensificare la politica a favore degli strumenti di gestione del rischio in agricoltura. “In mancanza di un incremento delle risorse stanziate per la Pac futura – conclude Cai – è evidente che bisognerà intaccare la dotazione per i pagamenti diretti che oggi sono la componente più importante del bilancio agricolo Ue”.

Roma, 12 settembre 2017

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Author: Indexfood

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