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News Dolcitalia

20

feb

2017

Consulenza Siae in Ascom: un aiuto per risparmiare sulle nuove tariffe

Author: MIXERPLANET

Slitta al 24 marzo la scadenza per il pagamento delle nuove tariffe Siae, entrate in vigore il 1 gennaio 2017 e definite dagli accordi stipulati con le principali associazioni di categoria. Anche la convenzione tra Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) e Siae adotta il nuovo sistema di calcolo degli importi che mira a rendere i conteggi più oggettivi e di conseguenza a far risparmiare. Per assistere i gestori di bar e ristoranti nel calcolo delle nuove tariffe, l’Ascom ha attivato un servizio di consulenza.

I cambiamenti previsti riguardano diversi aspetti. La novità principale è che la tariffa non viene più calcolata in base alla categoria del locale, ma rispetto alla superficie di somministrazione, cioè l’area destinata al servizio ai clienti che di solito è riportata sulla Scia o sull’autorizzazione. I locali sono inoltre suddivisi in tre fasce: fino a 75mq, parametro che interessa la maggior parte dei pubblici esercizi e che prevede la tariffa più bassa; da 76 a 250mq e da 251 a 500 mq.

«In questi giorni la Siae sta spedendo in automatico i MAV 2017 con le vecchie tariffe – spiega Andrea Comotti, responsabile Area Gestionale e servizio di consulenza Siae di Ascom Bergamo Confcommercio -. Consigliamo di non pagarli e di venire con tempestività nei nostri uffici per calcolare i nuovi importi e valutare quali sono i più economici. In generale, le nuove tariffe dovrebbero rivelarsi meno costose per i locali di piccole dimensioni e scegliendo gli abbonamenti tutto compreso si può risparmiare».

Da quest’anno, inoltre, si può pagare l’abbonamento on line registrandosi sul portale Siae dedicato alla Musica d’Ambiente, senza doversi recare preso i loro uffici. Lo sportello di consulenza Ascom è a disposizione gratuitamente nella sede di via Borgo Palazzo, al piano terra, dal lunedì al venerdì. Basta presentarsi con i dati relativi proprio al locale: numero di metri quadrati dell’area destinata alla somministrazione, eventuali metri esterni con filodiffusione (entrambi sono riportati sulla Scia/autorizzazione), numero e tipo di strumenti utilizzati nel locale e copia della fattura SIAE del 2016. Sempre allo sportello può essere richiesto il modulo sconto Fipe per pagare una tariffa ridotta.

Per informazioni: Ascom Sistemi Gestionali tel. 035.4120325 – gestionale@ascombg.it.

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20

feb

2017

Nuovi chef, a Host 2017 il gran finale di Obiettivo Apprendistato

Author: MIXERPLANET

In un mondo in cui l’ospitalità professionale è sempre più sotto i riflettori, viene richiesto da tempo agli chef – e oggi anche ai maestri pasticceri, cioccolatieri e gelatieri – di essere veri imprenditori e manager oltre che grandi creativi. In quest’ottica, HostMilano intende dare un contributo concreto per accrescere ulteriormente la professionalità di queste categorie, quelle di oggi e anche di domani.

Oltre alle iniziative per incrementarne la partecipazione in manifestazione, e a numerosi appuntamenti specifici nell’ambito del palinsesto di eventi, Host 2017 insieme con Fiera Milano e Bit 2017 supporta Obiettivo Apprendistato, un innovativo programma di formazione promosso da APCI – Associazione Professionale Cuochi Italiani, con la collaborazione di AMPI – Academia Maestri Pasticceri Italiani, FIPE – Federazione Italiana Pubblici Esercizi, Le Soste, JRE – Jeunes Restaurateurs d’Europe, Expo Women Global Forum, e con il patrocinio del Ministero della Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

Il programma si pone l’obiettivo di facilitare agli aspiranti chef e maestri di domani, ragazze e ragazzi che frequentano gli istituti alberghieri, un ingresso più qualificato nel mondo del lavoro attraverso un percorso professionalizzante che vedrà coinvolti 100 istituti selezionati tra i migliori in tutta Italia.

“Solo un connubio sempre più stretto fra tecnologia, creatività e imprenditorialità – commenta Simona Greco, Exhibition Director di HostMilano – può permettere all’ospitalità professionale di affrontare le complesse sfide poste dell’evoluzione degli scenari italiani e internazionali. Per questo già da diverse edizioni, accanto alle anteprime hi-tech di cui rimaniamo il riferimento mondiale, diamo sempre più spazio nella nostra offerta agli chef e ai maestri. Supportare un’iniziativa che si rivolge ai giovani, come Obiettivo Apprendistato, non solo è in linea con la nostra filosofia ma ci riempie anche di entusiasmo. Il gran finale del progetto, che ospiteremo a Host 2017, sarà una grande festa della cucina d’autore, oltre che un’occasione unica per contribuire alla crescita del settore”.

“Il sogno dei ragazzi è l’investimento più importante – spiega Sonia Re, direttore generale APCI – perché il futuro ha bisogno di nuovi chef. Noi possiamo far sì che i ragazzi si innamorino della professione solo conoscendo, provando e creando. Sono certa che ci siano tutti gli ingredienti per realizzare questa ricetta: scuole alberghiere con la volontà di riallacciare rapporti duraturi con i professionisti delle associazioni che hanno dato la loro piena collaborazione, aziende private che si rendono interessate ad investire in tal senso, istituzioni che offrono piena disponibilità per supportare questa filiera. Ripartiamo da qui con grande entusiasmo per creare professionisti con competenze e valori. Questa per noi è la sfida della buona formazione”

L’iniziativa è partita ufficialmente il 15 novembre scorso da Pistoia con una tavola rotonda nell’ambito del Congresso Nazionale “Les Toques Blanches d’Honneur”, organizzato da APCI, che ha fatto il punto su esperienze, competenze trasversali, valorizzazione dei mestieri da sviluppare nel progetto con l’obiettivo di fornire una risposta concreta alla richiesta degli imprenditori e ai bisogni dei giovani.

Nei prossimi mesi ogni istituto sceglierà tra gli studenti del quarto e quinto anno i tre migliori, per un totale di 300. Gli esperti di APCI, AMPI e delle scuole alberghiere individueranno i 100 migliori, che parteciperanno a un primo casting “dal vivo”: a Bit 2017, in fieramilanocity dal 2 al 4 aprile 2017, verrà loro dato un paniere di prodotti con cui dovranno preparare un piatto. Ogni cuoco sarà accompagnato da un collega di sala che servirà la creazione de

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20

feb

2017

Canada, commercializzazione tutelata per Prosciutto di San Daniele DOP

Author: MIXERPLANET

Con 408 voti a favore, 254 contrari e 33 astensioni, è stato approvato dal Parlamento Europeo il CETA, accordo economico e commerciale globale tra Unione Europea e Canada, che ha l’obiettivo di aumentare il commercio in beni e servizi, incrementare gli investimenti, proteggere i prodotti agricoli e gli standard sociali, tra le due realtà.

L’adozione di questo trattato, ratificato mercoledì 15 febbraio e in applicazione provvisoria da aprile 2017, vedrà la protezione di oltre 140 indicazioni geografiche europee di cibi e bevande in vendita sul mercato canadese. Di tutti i marchi a tutela previsti dai negoziati e riconosciuti dal Canada, sono 41 le Indicazioni Geografiche italiane, tra le quali il prosciutto di San Daniele, che rappresentano il maggior valore dei prodotti tutelati riconosciuti nell’accordo.

Il CETA riconoscerà il diritto di commercializzare sul mercato canadese i prodotti agroalimentari europei oggetto dell’accordo, utilizzando i rispettivi nomi in quanto contenenti le indicazioni geografiche di origine e provenienza. In Canada, infatti, come per molti altri paesi del mondo, non esiste un sistema di riconoscimento e protezione di prodotti agroalimentari con denominazione d’origine territoriale. Questo ha fatto sì che, negli anni ’70, la registrazione del marchio “San Daniele” avvenisse da parte di un’azienda canadese, bloccando di fatto la registrazione dell’originale prodotto friulano che nel paese americano ha dovuto essere esportato sotto il nome di Authentic Italian Prosciutto.

Una volta entrato in vigore, l’accordo consentirà la coesistenza dei due marchi sul mercato, il “San Daniele canadese” e il Prosciutto di San Daniele originale, con i relativi simboli di identificazione sulle confezioni, per una riconoscibilità più immeditata e una completa tutela del consumatore, per il quale sarà più facile scegliere il prodotto desiderato.

Risale al 2013 la tappa fondamentale dei negoziati per il riconoscimento in Canada delle DOP (Denominazione di Origine Protetta) e delle IGP (Indicazione Geografica Protetta) d’Italia e d’Europa, grazie all’accordo di Libero scambio tra il Presidente della Commissione Europea, allora Manuel Barroso, e il Primo Ministro Canadese, allora Stephen Harper.

“Si tratta di un accordo di buon valore per il Prosciutto di San Daniele DOP perché la tutela del nostro prodotto permette di sostenere il settore e incentivare l’export – spiega Mario Cichetti, direttore del Consorzio del Prosciutto di San Daniele – Per noi si tratta di un importante passo avanti che apre nuove opportunità di crescita sul mercato canadese, grazie ai valori condivisi con l’ampia e radicata comunità di origine italiana che conta 140.612 residenti nel paese, pari quasi al 3% dei circa 9 milioni di italiani residenti all’estero”.

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20

feb

2017

Polugar, la vodka polacca distillata in alambicco discontinuo

Author: MIXERPLANET

OnestiGroup S.P.A. è lieta di annunciare l’inserimento di POLUGAR nel suo portfolio Vodka in esclusiva. Il leggendario “vino di pane” russo, realizzato con i processi e le ricette tradizionali del 18° e 19° secolo, è il “padre” della vodka russa.In tutto il mondo, qualsiasi vodka prodotta tra il 1895 e il 2012 si basa su alcol puro rettificato, senza sapore né odore. Prima del 1895, la vodka era un distillato di cereali prodotto in alambicchi di rame, proprio come il whisky di malto singolo, e veniva chiamata “vino di pane” o Polugar.

Quest’ultimo venne proibito in Russia nel 1895, anno in cui fu introdotto il monopolio di stato e si iniziò a utilizzare solamente alcol etilico rettificato per la produzione della vodka. Tutte le distillerie tradizionali, con i loro alambicchi di rame, vennero distrutte. Si iniziò a produrre alcol utilizzando tecnologie moderne così il processo di distillazione a colonna e le ricette con cui la nobiltà preparava i distillati di cereali vennero dimenticate.La parola “polugar” significa vino di pane bruciato a metà. Quando gli alcolimetri non esistevano ancora e si voleva determinare la concentrazione alcolica e, di conseguenza, il costo di una bevanda, veniva usato il seguente test: si bollivano due porzioni della bevanda e, dopo l’evaporazione, doveva rimanere solamente una porzione d’acqua. In altre parole, metà della bevanda veniva fatta evaporare ed è questa tecnica che deriva il nome “polugar” (in russo, “bruciato a metà”). Con l’invenzione degli alcolimetri, la concentrazione alcolica del polugar poté essere misurata e risultò pari a 38,5%. Le leggi russe ancora oggi proibiscono la distillazione tradizionale dei cereali ed è per questo che POLUGAR viene prodotta nell’Unione Europea, in Polonia, dove è stata ricreata una distilleria tradizionale russa da Rodionov&Sons.

polugar_classic_rye_vodkaPOLUGAR non è mai stato prodotto negli ultimi 115 anni, ma grazie al ritrovamento di una ricetta in un libro del 18°secolo da Boris Rodionov, noto scrittore, accademico e storico della vodka russo, si ha la possibilità di provare la bevanda preferita della nobiltà russa di 250 anni fa. Perciò grazie alla famiglia Rodionov, che desiderava ripristinare la gloria dei distillati russi tradizionali, questo simbolo perduto della gastronomia russa è tornato alla ribalta.La gamma POLUGAR consiste in due linee: una linea di degustazione per Connoiseurs e una linea per i bartender chiamata linea Mixology & Gastronomy.

Per la gamma Connoiseurs viene distillato solo un tipo di cereale che si può godere nel gusto e sapore.Per la gamma Mixology & Gastronomy vengono aggiunti ingredienti naturali, menzionandoli nel nome e nell’etichetta, direttamente all’interno dell’alambicco di rame durante la terza distillazione. La presenza di ingredienti naturali, senza nessun estratto artificiale, dona un gusto e un sapore veramente rivoluzionario alla vodka.

Entrambe le gamme sono imbottigliate in bottiglie di vetr

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20

feb

2017

Pubblici esercizi e musica: un matrimonio felice

Author: MIXERPLANET

La musica, il cibo, la convivialità, tre aspetti qualificanti della cultura e del carattere degli italiani: hanno nei pubblici esercizi un punto di convergenza di assoluto valore. È qui che il rapporto con la musica sviluppa modalità di espressione funzionali alla creazione non solo di mode, ma di una vera cultura popolare. I pubblici esercizi divengono così luoghi simbolo di questo rapporto ed ispiratori di alcuni cambiamenti che riguardano l’intera società. La rivoluzione digitale e la televisione dei talent, solo per citare alcuni dei fenomeni che hanno modificato maggiormente il modo di fruizione della musica, impattano sulla cultura, sugli stili di vita e sui modelli di consumo e dunque anche sui pubblici esercizi come luoghi di relazione e convivialità.

“Gli italiani e la musica” è il titolo del rapporto che Fipe ha realizzato per mezzo di un’indagine campionaria condotta intervistando 1.173 consumatori di 18 anni e più con l’obiettivo di approfondire sia le nuove modalità di fruizione della musica nell’era di Internet (la relazione tra gli italiani e le abitudini musicali nel loro complesso: cosa ascoltano, come la ascoltano), sia il nuovo ruolo dei diversi contesti di socializzazione, tra i quali in particolare i pubblici esercizi, per quanto concerne lo sviluppo dei nuovi trend, gli orientamenti ed i livelli di soddisfazione dei consumatori.

Nel primo caso ci si è concentrati sulle modalità di ascolto della musica da parte degli italiani, i luoghi di fruizione ed i canali per scoprire nuovi artisti, brani o album. Le nuove tecnologie, come abbiamo anticipato, hanno decisamente contribuito a determinare uno spazio senza soluzioni di continuità per l’ascolto della musica. La casa resta il luogo prevalente ma ormai gli spostamenti sono appena un gradino più in basso grazie all’accessibilità garantita dalla rete. Non è un caso che proprio i siti internet siano il primo canale attraverso il quale le persone ascoltano la musica.

screenshot-21Per poco meno del 10% degli intervistati il luogo di ascolto della musica sono i locali fuori casa. L’importanza della radio trova conferma nel 57,9% delle citazioni che fanno sì che questo sia il secondo mezzo per l’ascolto della musica.

La seconda parte dell’indagine si è posta l’obiettivo di capire quanto l’ascolto di musica nei locali, sia «live» che «registrata», rappresenti un fattore di scelta dei luoghi di consumo, quanto sia importante la musica d’ambiente nella creazione di un contesto piacevole per il consumatore e di approfondire altri aspetti del rapporto tra musica e pubblici esercizi. I livelli di soddisfazione nei riguardi della presenza di musica nei locali sono generalmente elevati. Più alti nel caso della musica live (piace a 9 persone su 10), leggermente inferiori quelli per la musica registrata (8 su 10). Ma ciò che merita di essere sottolineato è il giudizio sul contributo che la musica fornisce in termini di reputation dei locali. Per circa l’88% degli intervistati la possibilità di ascoltare musica o assistere ad un concerto migliora decisamente l’opinione su quel locale.

Ma quali sono i motivi che spingono le persone ad apprezzare la musica nei pubblici esercizi? Anzitutto la capacità di creare atmosfera e relax (55,6%), la possibilità di ascoltare musica dal vivo

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