Nel settore del packaging si assiste ad una rincorsa alla sostenibilità, soprattutto da parte delle chiusure alternative al tradizionale tappo in sughero. Una naturalità conclamata da termini come “bio” e “green” che racchiudono il concetto solo nel nome, generando confusione e traendo in inganno clienti fiduciosi. Basti pensare ai bio-polimeri, nati qualche anno fa, dove il prefisso “bio” è ispirato solo dalla moda e dal fatto che questa trascini con sé intere fette di mercato, senza essere un valore: si crede di acquistare biologico o naturale e magari sono prodotti non riconosciuti da alcun ente certificatore in merito, risultando quindi addirittura un rischio per il prodotto finito.
“Oggi nessuna chiusura, nemmeno il tappo di sughero che è il più naturale che esista, si può fregiare del termine “bio”, valido solo per materie prime e prodotti che si ingeriscono – afferma l’a.d. di Amorim Cork Italia Carlos Veloso dos Santos – È chiaro che tanti operatori lo usano, come d’altra parte il termine “green”, solo allo scopo di confondere il potenziale cliente. Amorim Cork Italia intende battersi per questo: per una corretta informazione che permetta di ottimizzare il risultato sui prodotti finiti, senza affidarsi a mode passeggere e soprattutto a chi le sfrutta a scapito della verità e dell’ambiente”.
I bio-polimeri sono infatti sì di origine vegetale, ma molto spesso gli stessi sono ricavati con pratiche non corrette: l’etanolo derivato dalla canna da zucchero potrebbe comunicare in capo al consumatore l’idea che lo stesso sia un prodotto naturale, ma per ottenerlo spesso è sfruttata manodopera a basso costo, pratica tipica nei paesi sudamericani dove, oltretutto, per evitare l’assalto di animali letali quali i serpenti, si dà fuoco alle piantagioni. Frequentemente, dunque, i polimeri naturali sono realizzati sfruttando manodopera sottopagata e causando ingenti emissioni di CO2. Tutt’altro avviene con la produzione dei tappi in sughero naturale: la decortica è il lavoro agricolo meglio pagato al mondo.
È quindi una lotta contro la desertificazione sociale ed ambientale: più di centomila persone nel Mediterraneo dipendono dall’industria del sughero e inoltre le sugherete Amorim contribuiscono al mantenimento del suolo e alla tutela della biodiversità: sono 2,2 milioni gli ettari di foresta da sughero distribuiti nel bacino del Mediterraneo e nella Penisola Iberica, area considerata uno dei 35 santuari di biodiversità nel mondo ed è protetta in Portogallo, tanto che nessuno può decidere di eliminare una sola quercia se non gravemente ammalata e solo previo nulla osta dell’ente di competenza.
“Amorim Cork Italia nella Natura crede – continua l’a.d. di Amorim Cork Italia Carlos Veloso dos Santos – Le nostre pratiche vogliono essere una forma di rispetto della stessa e anche del nostro cliente, cui viene offerta un’eccellenza reale, genuina, verificabile. Si pensi, ad esempio, al Carbon Footprint, la misura del contributo che le attività umane producono sull’effetto ser