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News di settore - da Indexfood.it

Biogas: decreto in scadenza, agricoltori verso vuoto normativo

Biogas: decreto in scadenza, agricoltori verso vuoto normativo
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Il settore primario  ha bisogno di avere regole certe su un’attività complementare utile per l’integrazione del reddito

 

La politica sta per lasciare ancora una volta il settore agricolo senza riferimenti in tema di rinnovabili. Alla fine di quest’anno perderà infatti efficacia il decreto sulle agroenergie di giugno 2016 e da allora nulla è stato fatto per evitare il vuoto normativo e la conseguente paralisi degli investimenti nel settore del biogas e delle biomasse legnose.

La denuncia parte dal direttore de L’Informatore Agrario, Antonio Boschetti, che nel suo editoriale ha ribadito le difficoltà per il settore primario che ha bisogno di avere regole certe su un’attività complementare utile per l’integrazione del reddito. Per il settimanale sarebbe “una follia” dover attendere un nuovo decreto legge coerente con la Strategia energetica nazionale (Sen) e l’unica soluzione per garantire una base normativa al settore verrebbe dalla proroga integrale per tutto il 2018 del decreto originario.

Edizioni L’Informatore Agrario, è la casa editrice, con sede a Verona, che da 70 anni offre un servizio di informazione e formazione agli imprenditori agricoli. Tre le testate di riferimento: il settimanale dedicato all’agricoltura professionale L’Informatore Agrario, il mensile per l’agricoltura part-time e hobbistica Vita in Campagna e MAD – Macchine Agricole Domani, dedicato al mondo della meccanica agraria, oltre a un ampio catalogo di libri e altri supporti multimediali su temi specializzati.

Verona, 20 settembre 2017

Biogas: decreto in scadenza, agricoltori verso vuoto normativo
IndexFood.

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Fileni Simar srl

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Prosciutto di Parma con il proprio nome in Canada

Prosciutto di Parma con il proprio nome in Canada
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Entra in vigore l’accordo di libero scambio UE e Canada

Il Prosciutto di Parma arriverà sulle tavole dei consumatori canadesi con il proprio nome. E’ questo l’importante risultato raggiunto per il re dei Prosciutti a seguito dell’accordo di libero scambio – CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement) – tra l’Unione Europea e il Canada che entrerà in vigore domani 21 settembre. Nello specifico, la denominazione “Prosciutto di Parma” coesisterà con il marchio “Parma” attualmente detenuto dalla società canadese Maple Leaf. Si tratta di un traguardo storico se si pensa che prima di tale accordo in Canada, come in altri Paesi di cultura anglosassone, non esisteva un sistema di protezione dei prodotti a indicazione geografica, ma la tutela era riservata al proprietario del marchio che lo aveva registrato per primo. Oggi invece il CETA introduce, tra le altre cose, un quadro di riferimento per la disciplina delle Indicazioni Geografiche a cui sono riconosciuti uno status speciale e una protezione sul mercato canadese.

Valutiamo positivamente questo risultato perché siamo convinti che porterà molti benefici al nostro prodotto – ha dichiarato Stefano Fanti, direttore del Consorzio del Prosciutto di Parma – a cominciare dalla riconoscibilità sul mercato da parte dei nostri consumatori. I produttori infatti potranno finalmente vendere il nostro prosciutto in Canada con la corretta denominazione «Prosciutto di Parma». Per molto tempo il nostro Consorzio ha promosso in Canada azioni legali per ottenere la cancellazione del marchio concorrente e, a nostro avviso, ingannevole, senza mai riuscirci purtroppo. Oggi abbiamo raggiunto una situazione di compromesso che garantisce però una protezione legale al nostro prodotto, un requisito imprescindibile per costruire un mercato.

Prima dell’accordo, il Prosciutto di Parma era già presente in Canada, ma da oltre 20 anni era venduto con i nomi “The Original Prosciutto” e “Le Jambon Original”, perché il marchio “Parma” era stato invece acquistato dalla società canadese Maple Leaf che vende, tra l’altro, il suo prosciutto crudo utilizzando tale denominazione. Per anni abbiamo vissuto una situazione che ha danneggiato il valore della nostra marca e del Prosciutto di Parma generando non poca confusione in un consumatore disinformato – ha continuato Fanti. Ora che possiamo utilizzare legittimamente il nostro nome, lavoreremo per consolidare la nostra prese

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Filippone Gandolfo

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