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News di settore - da Indexfood.it

Baladin POP (popular beer) è la prima birra artigianale italiana… In lattina!

Baladin POP (popular beer) è la prima birra artigianale italiana… In lattina!
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BALADIN POP

Birra in stile Baladin reinterpretata in chiave pop con l’intento di proporre una birra di grande qualità ma facilmente fruibile. Schiuma bianca e compatta, si presenta di colore dorato. La luppolatura a freddo ̶ dry hopping ̶ che utilizza luppolo in fiore qualità Mosaic e Cascade prodotto in Italia, le dona delicate note erbacee ben bilanciate con la parte maltata. Fresca al naso e in bocca, si completa con un finale secco e gradevole.

Birra POP BaladinPOP è rivoluzionarla, in Italia, nel packaging essendo proposta in lattina di alluminio da 33cl.

La grafica si ispira a quello che è stato uno dei movimenti culturali più rappresentativi del secolo scoro: la musica pop. Sono 6 le declinazioni cromatiche che vogliono creare il gioco del “collezionare” come è stato nella cultura pop degli anni settanta. Ovviamente il contenuto è lo stesso per tutt’è 6: la birra POP.

Il pensiero di Teo: “La lattina è un sassolino che volevo togliermi da tempo per sdoganare il concetto di birra di qualità a prescindere dal recipiente.”

Prezzo al pubblico consigliato € 2,80
Formato disponibile: lattina 33 cl Grado alcolico 5,7%
Grado Plato 13,6
Colore EBC 10
IBU 35

Baladin POP (popular beer) è la prima birra artigianale italiana… In lattina!
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lunedì 25 settembre 2017/Author: Indexfood/Number of views (770)/Comments (0)/
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Consumi alimentari: in Italia 1/3 è Fuori Casa, ma la competitività del settore può aumentare ancora potenziando la capacità manageriale

Consumi alimentari: in Italia 1/3 è Fuori Casa, ma la competitività del settore può aumentare ancora potenziando la capacità manageriale
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Anche quest’anno METRO Cash & Carry sostiene lo spirito imprenditoriale dei Professionisti Indipendenti e del Food con “Festa delle Attività in Proprio”

I dati Trade Lab offrono un quadro positivo del settore italiano del Food Fuori Casa: da ben 10 anni questo mercato – che comprende bar, pizzerie, ristoranti e take away, per un valore di 76,4 mld, pari al 33% dei consumi alimentari del Paese – continua a fare breccia nelle abitudini dei consumatori, registrando una crescita dell’1,1% nel 2016 rispetto al comparto del cibo acquistato per uso domestico. Un trend che METRO Italia Cash and Carry vuole continuare a sostenere con la “Festa delle Attività in Proprio”, istituita a livello globale per celebrare lo spirito imprenditoriale di tutti i lavoratori che gestiscono attività indipendenti in una giornata loro dedicata, martedì 10 Ottobre 2017.

La Spagna e il Regno Unito, dove il settore del Fuori Casa rappresenta rispettivamente il 50% e il 42% della spesa alimentare complessiva, occupano la prima e la seconda posizione del podio dei Paesi con maggiore sviluppo dell’Away From Home (AFH). L’Italia detiene il terzo posto della classifica, sia per valore totale del mercato sia per incidenza, superando Germania e Francia, Paesi nei quali il Fuori Casa costituisce circa un quarto dei consumi alimentari totali. L’Italia, inoltre, con un consumo procapite di circa 1.260€ in AFH, si attesta sempre terza, dopo Spagna e UK. I connazionali, infatti, spendono volentieri di più fuori casa, specialmente nel Nord Est e nel Nord Ovest.

Gli italiani preferiscono uscire per pranzo e cena da consumare in bar tradizionali e pizzerie. A ogni area del Paese però è possibile associare l’occasione di consumo preferita fuori casa: i residenti al Sud e nelle Isole amano consumare all’esterno la colazione, mentre il pranzo e la cena sono scelte in prevalenza nel Nord e Centro Italia. Per circa il 42% degli italiani, l’aperitivo non casalingo costituisce un’abitu

lunedì 25 settembre 2017/Author: Indexfood/Number of views (336)/Comments (0)/
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Sapori antichi e prodotti di qualità sulle tavole di Brisighella

Sapori antichi e prodotti di qualità sulle tavole di Brisighella
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Alla fine di ottobre – 22 e 29 – un doppio appuntamento per degustare Mora Romagnola, Agnellone e Castrato QC

 

Mora Romagnola, Agnellone e Castrato saranno i protagonisti di due eventi golosi in programma a Brisighella nel mese di ottobre, quando visitare il borgo medioevale in provincia di Ravenna è più che mai piacevole per il palato dato che sono molteplici gli eventi enogastronomici che si svolgeranno in autunno in questo angolo di Romagna. Alla Mora Romagnola, pregiato suino nero autoctono di quest’area che solo pochi anni fa rischiava l’estinzione, è dedicata la “Sagra della porchetta di Mora romagnola e Fiera delle biodiversità”, in programma tutta la giornata di domenica 22 ottobre. Qui sarà possibile degustare i pregiati salumi e le saporite carni di Mora e fare acquisti nel mercatino dei prodotti tipici. Inoltre ci sarà l’esposizione e rassegna di asino romagnolo, pollo romagnolo e bovina romagnola.

Domenica 29 ottobre, le carni che si potranno assaporare saranno quelle ovine nel corso della “Sagra dell’agnellone e del castrato Q.C. ” Il programma della sagra prevede l’esposizione di ovini e caprini, la mostra-mercato dei prodotti tipici e dell’artigianato locale e l’immancabile stand gastronomico dove sarà possibile degustare prelibate pietanze e grigliate con le carni di agnellone e di castrato.

Ph Credit Fabio Liverani ©

Mora Romagnola. 335.000 “suini neri” popolavano agli inizi del ‘900 le valli e le colline dell’Appennino romagnolo. Solo nel 1942, a Faenza, un convegno di zootecnici ne definì con precisione i caratteri di razza e ne codificò la denominazione: Mora Romagnola. Maiale antico, di diretta derivazione dal progenitore di molti maiali europei, il sus celticus, che arrivò da queste parti con le invasioni barbariche nel IV e V secolo d.C adattandosi perfettamente ai nostri habitat, per secoli ha rappresentato un fondamento dell’economia agricola rurale. Basti pensare che le dimensioni dei boschi si misuravano con il numero di suini che erano in grado di nutrire.

Nel secondo ‘900 condizioni socio-economiche e soprattutto nuove domande produttive, contestualmente alla progressiva intensificazione dell’allevamento suino, portarono a un crescente e continuo calo della popolazione di Mora Romagnola. Nel 1949 se ne contavano 22.000 capi, per lo più concentrati nell’area del comprensorio dell’Appennino faentino, ove resistevano in quanto utilizzate per ottenere quello splendido incrocio da carne che per molti anni fu il “Fumato di Romagna”. Purtroppo la richiesta di carni sempre più magre e di razze sempre più precoci portò la Mora Romagnola all’oblio e quasi alla sua estinzione.

lunedì 25 settembre 2017/Author: Indexfood/Number of views (585)/Comments (0)/

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